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Illustrazioni per il libro di Alessandro Boero
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barbara galizia


Alessandro Boero
Barbara Galizia


Panni stesi


Da una riva all’altra del Rio Basco

stanno i panni, all’aria calda stesi,

trapezisti policromi sospesi,

contro l’ordito d’un cielo damasco,

ai fili di stridule girelle, ciondoloni.

In questo quadro vivente impressionista,

io son lo spettatore e son l’artista,

che i fiori di mimose e di limoni

figura sulle bianche camicette.

Ma, il dipinto sbiadisce in sentimenti,

sfuma in pensieri sugli umani argomenti:

avrà il sapone terse anche le parole grette?

Sciolte, oltre il sudor, l’ansie e le cattiverie?

D’oscure onde le scorie cancellate?

Ora, i panni mi paiono anime salvate,

puliti, profumati … pronti per nuove intemperie.






Bagnacada

Narra la saga, dall'ava

alla ragazza tramandata:

" La bagna avanzata, bastava,

d'na saraca adattata,

l'aspra annata a scaldar.

La gran magra scansata,

calata al campar la vasta grama,

l'amata bagna passa maltrattata,

data la salda, fatal fragranza ….

Ma, s'alla vampa s'atta la garbata dama,

l'ambrata bagna, sarà data alla stampa,

cantata tra gran gala, avrà vantata fama.

Stanca da tanta astratta trama,

s'alza la cara magna Ada,

stappa, travasa, strappa, scarta,

da amalgama salata cava: la sacra "bagna cada".

S'lagna 'na madama: " a la tanfa!, m'afflata la stanza! "

Calma! Magna Ada passa alla " panada ".






Da Kafka a Samsa


L'alata blatta narrata da Kafka,

ch'all'alba maga Samsa

a tal fatta, dall'artarl alla canga,

dalla branda parata,

sfata la prava Fara:

da mamma ha agra parlata,

dal papà, aspra, cala la rappa.

L'atra ranatra affamata,

stanca da macabra bassadanza

s'adatta al Karma.

Alma da Kafka trasparsa!

appartata Aralda,

canta alla sacra Razza,

ch'alla mala Aragna

dalla Parca tramata,

manca, a scampar, la strada.






Luna Nuova di Aprile


Stasera, dal cielo blu dalia,

Luna nascente di Aprile

da Venere incoronata,

di fredda bellezza m’abbagli.

Lama, che il respiro mi tagli

in questa notte incantata,

pugnal di cristallo” sottile

trafiggi, qual fado d’Amalia.

Perché, la bellezza amareggia

e desta sopita tristezza?

Ingordo! Vorrei con i sensi

godere del bello in eterno …

Ma, tu, congiunzione astrale

di Venere e Luna crescente,

anche per un solo istante

confondimi nel tuo cielo,

dammi la carezza dolente

e apri del mio cuore il velo:

ch’è un lampo di luce la vita!





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