HOME PAGE LA GUARDIANA DI ULISSE
GALLERIA VIRTUALE DI BARBARA GALIZIA
Iemail
LA GUARDIANA DI ULISSE COPERTINA

Titolo: “La Guardiana di Ulisse

Descrizione: acquerello,  dimensioni 25 x 33 cm

disegno per la copertina del romanzo

acquerello

Da sempre gli angeli sono vissuti nei testi e nei libri di tutte le religioni, nell’iconografia e nei dipinti delle chiese, nella mentalità religiosa dei popoli, nella preghiera semplice degli uomini religiosi; fino a che nelle società moderne secolari si è dichiarato, da più parti, la loro definitiva scomparsa, e con essa anche la scomparsa di ogni traccia di mistero e del mondo degli dei.

Nel 1970, nel cuore della modernità avanzata, un libro molto noto del sociologo americano Peter Berger (Il brusio degli angeli) ha descritto un panorama assai cambiato. Nel cinema, nella letteratura e nei nuovi movimenti religiosi, sono ritornati gli angeli quali sentinelle e indicatori di un’altra dimensione della vita. Con il ritorno degli angeli è come se il mondo della tecnica e della razionalità si fosse re-incantato, colorandosi nuovamente di poesia, di antichi miti e del fascino delle tante presenze invisibili che circondano la vita dell’uomo.

In questo nuovo clima culturale, gli angeli si presentano come i guardiani della soglia, le sentinelle tra due mondi, quello visibile e quello invisibile. E ciò accade anche quando non si crede alla reale esistenza dell’angelo, ma lo si ritiene un semplice archetipo mentale o un genere necessario: è l’angelo necessario, come titola un libro recente del filosofo Massimo Cacciari.

Nel tempo della vita dell’uomo, anche quando questa diventa sonno, l’angelo sovrasta il tempo e lo avvolge con la sua cura amante. L’angelo è la creatura che per sua natura veglia. Il libro biblico del profeta Daniele presenta più volte questa definizione dell’angelo come ”il vigilante”: “Mentre nel mio letto stavo osservando le visioni che mi passavano per la mente, ecco un vigilante, un santo scese dal cielo a vegliare su di me”.

Fortunati coloro che nella vita riescono a sperimentare e a credere a delle “potenze benigne” che li accompagnano. Traggo queste immagine di “potenze benigne” da alcune lettere che il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer scrisse dal campo di sterminio di Flossenbürg alla sua diciannovenne fidanzata Maria Wiedemayer. La parola chiave dell’ottimismo che Bonhoeffer voleva infondere nella sua giovane fidanzata era quella di “potenze benigne”, quasi come angeli buoni che vegliano notte e giorno, all’alba accendendo le speranze e al tramonto allontanando le paure. Poco prima di essere impiccato, il teologo carcerato scriveva: “Nella solitudine l’anima sviluppa dei sensi che noi conosciamo appena, durante la vita di ogni giorno. Avere dei sensi come artigli per questa sfera invisibile non è piccolo dono (…). Si vive in una grande sfera invisibile di potenze benigne”.

Dove vivono ora gli angeli nelle società contemporanee? Vivono nella letteratura, nel cinema, nei nuovi movimenti new agers, tra gli interessi e i loisirs dell’uomo post-moderno. Il successo del film del regista Wim Wenders Il cielo sopra Berlino (1987) indica questa nuova nostalgia per gli angeli post-moderni. Nel film di Wenders gli angeli sono fra noi, in questo mondo, senza essere di questo mondo. Il loro sguardo sull’umanità è amore, tenerezza infinita, innocenza di bambino. Come se fossero gli angeli di Berlino, passeggiano nella città dilaniata dalla storia, ne esplorano tutti gli aspetti, vivono il fascino degli amori degli uomini. Nella biblioteca comunale, si stupiscono davanti alla moltitudine degli studiosi in cerca della conoscenza e si chinano su di loro come per ispirarli misteriosamente. Sono gli angeli che si rattristano di dolore, quando le loro rasserenanti parole vengono ignorate o quando un giovane disperato si getta nel vuoto.

Quale la missione oggi degli angeli post-moderni? E’ la missione raccontata in questo romanzo di Alessandro Borio, La guardiana di Ulisse. Romanzo sorprendente per la leggerezza, la magia del racconto, l’intensità dei sentimenti. Qui, l’angelo Ulisse è un angelo neofita alla sua prima esperienza; un angelo quasi incarnato e caduto di nuovo sulla terra. Ulisse vive lui stesso tra due nostalgie: quella per questo mondo che ha ben conosciuto (quando era tra noi) e quella per il nuovo mondo di cui ora fa parte (ora che è fuori). Sente il fascino di ripercorrere questa terra da angelo, di scoprire i pensieri e il volto di Maria, la donna che l’Infinito Amore gli ha consegnato da custodire.

L’angelo Ulisse riscopre da angelo questo mondo e lo trova come un “mondo alla rovescia”: la donna da custodire, Maria, alla quale la malattia “ ha rubato i ricordi” è in realtà la sua guardiana. Tutti gli esseri più insignificanti e tutti quelli che non hanno più nessuno dei nostri pensieri sono in realtà i guardiani di questo mondo. Sono come quei pochi “giusti” che salvarono il mondo, e di cui parla il racconto di Abramo. Oggi sono gli uomini e le donne come Maria Merlo che salvano il mondo, perché danno a tutti noi la possibilità di esercitare l’amore estremo, quello più disinteressato e senza alcuna utilità. Anche l’angelo Ulisse scopre poco a poco la verità del detto antico: “Il mondo si regge sui bambini che dormono”.

La guardiana di Ulisse è un invito ad accostarsi alla misteriosa affinità che esiste ancora fra l’angelo, l’uomo e il mondo. Nel bel romanzo di Alessandro Borio gli angeli ritornano tra noi, ma come impercettibili e del tutto trasparenti agli sguardi degli uomini. Ma la donna, a cui “la malattia ha rubato i ricordi”, contribuisce a far affiorare il riconoscimento della loro presenza.


Luigi Berzano

Ordinario di Sociologia

Università di Torino


ACQUERELLI
ANIMALI
PAESAGGI
DISEGNI
A MATITA
QUADRI
A OLIO
SASSI
DIPINTI
FUMETTI
CARICATURE
 RITRATTI LAVORI
PER ENTI
PUBBLICI
SCULTURE FISCHIETTI
IN CRETA
ALTRE
OPERE